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La scuola attraverso gli articoli di Elio
Conosci La Tecnica della scuola?
Era l’ottobre del 1973, avevo conseguito la laurea da poco e con tanta grinta ero pronta ad iniziare la mia avventura lavorativa.
Il preside Addamo, dirigente del Liceo scientifico di Lentini, mi convocò per propormi una supplenza annuale. ”Il prof.re Carbone in qualità di sindacalista”, mi disse, “ha ottenuto l’esonero dall’insegnamento, ho una cattedra di filosofia libera da dare in supplenza. Se la sente di accettare?” “Ma certo!” risposi ed il cuore mi batté forte per la gioia. Che fortuna! All’inizio dell’anno mi si proponeva una possibilità di lavoro per tutto l’anno, a Lentini, a due passi da casa e la proposta mi veniva proprio da Sebastiano Addamo, mio ex professore di filosofia al Liceo “Gorgia”. L’indomani mi presentai a scuola, dove mi aspettava un’amara sorpresa.
Caro Elio Calabresi
Catania, 1 aprile 2014
Caro Elio Calabresi,
in questa mia lettera voglio dirti che tu eri migliore di me. Non te l’ho detto allora, nei corridoi chiari dell’Accademia di Belle Arti o davanti a una granita. Ma te lo dico ora nei corridoi chiari dell’Accademia mentre tu sei nelle verdi praterie del cielo che ancora non conosco. Tu eri migliore di me. Con i ragazzi eri speciale, soprattutto con quelli deboli. Questo il punto. Quando ho davanti un ragazzo che stenta, che si imbrana, che non legge, ho una specie di disappunto interno. Tu no. Lo investivi di una speciale tenerezza e pure di attenzione. Non lo svalutavi mai, anzi gonfiavi quella sua scarsa stima che si portava sulla faccia. E quando uno di questi usciva da un colloquio con te, da un esame, da un incontro di tesi, splendeva in lui una forza che non c’era prima. Non lo gonfiavi, no, niente affatto, davi aria alla suo piccolo talento. Perché tutti hanno un piccolo talento. Questo talento tu lo vedevi e lo lucidavi. In questo eri migliore di me.
Un Regalo
Ho incontrato Laura. Ci conosciamo da tempo e non è difficile ripercorrere ricordi.
Avevo incontrato Elio a febbraio del 2013, dopo un paio di anni dal suo pensionamento, alla prima mostra personale di un nostro comune e amato studente. L’ho trovato in splendida forma con un bellissimo cappello blu a falde larghe. Sono contenta di averglielo detto. Abbiamo subito ripreso i nostri discorsi su temi più o meno accademici. Condividere i pensieri non è trovarsi d’accordo ma è essenzialmente ascoltare e rispettarsi nella comprensione.
Con Elio non era difficile. Tante volte avevamo fatto parte delle stesse commissioni di esami e ci eravamo confrontati con la stessa passione sul significato di fare e dire arte. Il suo pensiero che continuamente si arricchiva di cultura, di culture varie anzi, era sempre stimolante. Aveva sempre da suggerire un ultimo saggio “molto interessante che ti consiglio di leggere”.